Moggi: «Il calcio? Un bordello senza vergini»

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Moggi: «Il calcio? Un bordello senza vergini»

Messaggiodi Aragorn il 18 ott 2007, 08:39

Moggi: «Mi volevano anche Berlusconi e Moratti. I processi? Uscirò a testa alta»



MILANO - Novanta minuti di conferenza stampa. Durante i quali non risparmia quasi nessuno. Luciano Moggi presenta "Un calcio nel cuore", il libro con le sue "verità" su Calciopoli, e per l'ex direttore generale della Juventus è l'occasione per ribadire un concetto già espresso altre volte: «Sono stato un capro espiatorio per cambiare le cose senza cambiare nulla». «Dovevo controllare un mondo popolato di diavoli e non certamente di santi, un bordello senza vergini», racconta Moggi. Per questo passava le sue giornate al telefono: «Era davvero la mia voce, poi è diventato la mia croce». Ma «quello che ho fatto e detto io al telefono appartiene alla cultura calcistica di tutte le società e di tutti i dirigenti». «Il calcio è questo - aggiunge - è un business. Cercare di capire in anticipo le strategie degli altri dirigenti è furbizia, non c'è niente di illecito. Non ha senso punire Moggi e Giraudo. Eliminando poche persone non si sistema il problema». «Le mie erano chiacchiere tra amici prima di una partita, qual è il reato? È vero, ho comprato delle schede straniere e le ho distribuite, ma questo non è un reato - continua Moggi -. Ci sono 42 società tra serie A e B, tutte parlano, l'unica società 'sordomuta' era l'Inter. Ma se leggete bene le mie intercettazioni non troverete nulla. Ce ne sono altre, invece, passate sotto silenzio, che rivelano come altre società sapessero le designazioni molto prima di me».


IL PROCESSO? UNA BARZELLETTA - Due le colpe ammesse da Moggi: ha telefonato troppo e ha violato l'articolo 1 del codice di giustizia sportiva. «Ma nel calcio di oggi - afferma - forse soltanto i magazzinieri non violano quell'articolo». Per l'ex dirigente bianconero, «il processo sportivo è stata un'autentica barzelletta. Lo stesso professor Serio (membro della corte federale, ndr) ha ammesso che si era tenuto conto dell'onda popolare. E tutto quello che avevo dichiarato io fin dall'inizio si sta avverando». Per questo motivo, Moggi si dice «convinto di uscire a testa alta» dalle indagini di Roma e Napoli.

BERLUSCONI E MORATTI - Il libro parte dalla prima reazione dopo le dimissioni dalla Juventus, quando Moggi ha pensato che «fosse meglio morire piuttosto che restare prigioniero del silenzio e dell'angoscia». Poi la decisione di difendersi e smontare «il complotto» organizzato da «qualcuno che ha voluto farmi fuori dal calcio». «In questo bordello non c'era nessuna vergine», ma Moggi è convinto che «il tempo sarà galantuomo e che le cose verranno a galla da sole». Poi rircorda che anche Silvio Berlusconi e Massimo Moratti lo volevano strappare alla Juventus, dichiara che i rapporti con Adriano Galliani «erano e sono ottimi», mentre i nemici sono sempre gli stessi. Alza la voce quando parla del coinvolgimento del presidente del Coni Gianni Petrucci nel caso Lorbek (il tesseramento irregolare del giocatore di basket della Benetton Treviso, ndr) e ricorda le tre cariche che tuttora Franco Carraro ricopre all'Uefa. Ce n'è anche per la sua ex società, con «John Elkann che ci ha scaricati immediatamente» e «la proprietà della Juve ha ammesso tutto quello che veniva contestato dalla frettolosa giustizia sportiva senza sapere neppure cosa ammetteva». Per questo, «se avessi saputo come si sarebbe difesa la Juve, non avrei mai dato le dimissioni». Tra gli altri bersagli di Moggi ci sono Franco Carraro («era lui a chiamare i designatori per dire che la Juve non doveva essere favorita, mi dicevano tutti che non era un amico e che pensava solo a se stesso ed è la verità, è incredibile che ricopra ancora certe cariche») e Pierluigi Collina («è andato in tv e poi in radio a poche ore di distanza, ed è riuscito a dire prima una cosa e poi l'opposto sul fuorigioco di Trezeguet nel derby e contro la Fiorentina. A sentire lui bisognerebbe fare un corso di lettura del pensiero agli arbitri, visto che dice che bisogna capire l'intenzione dei giocatori»).

MERITI SPORTIVI - Moggi sottolinea i suoi meriti sportivi. «Io ho sempre fatto un ottimo lavoro, credo che i risultati parlino a mio favore. In testa alla classifica cannonieri ci sono tre miei ex giocatori: Mutu, Trezeguet e Ibrahimovic. A Berlino la nazionale campione del mondo era fatta per più di metà dalla mia Juve, e l'altra metà era la Francia: di certo ho avuto qualche merito in tutto questo».


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»

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Re: Moggi: «Il calcio? Un bordello senza vergini»

Messaggiodi nemesys_72 il 18 ott 2007, 12:42

beh, ha ragione su gran parte di quello che ho letto qui..
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