Telecom Gate e scandalo inter

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Telecom Gate e scandalo inter

Messaggiodi Aragorn il 24 set 2006, 12:21

Come fosse «Beautiful», passano le puntate ma la storia è sempre quella, e i personaggi pure. Al massimo cambiano cravatta, o poltrona, ma che si parli di capitani coraggiosi, di furbetti del quartierino, di calciopoli o di spioni Telecom, saltano e risaltano fuori gli stessi protagonisti, in un intreccio spettacolare e inestricabile, a meno che non si ricorra alla dietrologia. Fa impressione, per esempio, notare che Giuliano Tavaroli ed Emanuele Cipriani intercettavano, fra gli altri, Franco Carraro, Diego Della Valle, Cesare Geronzi, Emilio Gnutti, Gianpiero Fiorani, il forzista Aldo Brancher, già protagonisti di uno scandalo o di quell’altro, di una scalata riuscita o di una mancata.

Non è roba che si intuisce soltanto oggi. Per esempio, non erano trascorsi più di dieci giorni dalla pubblicazione delle disinvolte telefonate di Luciano Moggi, e si scoprì che l’arbitro Massimo De Santis era stato pedinato, fotografato e controllato sui conti correnti nell’ambito dell’«Operazione ladroni» condotta proprio da Cipriani. Oggi, semmai, si viene a sapere che Cipriani ha ricevuto denaro attraverso la Worldwide Consultant Security dall’Fc Internazionale Milano, cioè dall’Inter. E si ripensa alla volta in cui un altro arbitro, Danilo Nucini, era andato a denunciare il sistema-Moggi a Giacinto Facchetti, presidente dell’Inter appena scomparso. Facchetti registrò le parole di Nucini su un cd, e lo invitò a ripetere tutto in procura. Nucini non lo fece. Era il 2002. L’anno dopo, 2003, Cipriani cominciò il suo lavoro su De Santis.

La nomina di Guido Rossi alla presidenza di Telecom al posto di Marco Tronchetti Provera ha ulteriormente scosso il mondo del calcio, perché Rossi era anche commissario straordinario della Figc, e Telecom è sponsor ufficiale del campionato. Ma gli straordinari incroci fra Telecom e Inter sono ben altri. Il patron della squadra, Massimo Moratti, è nel cda della Telecom, così come Tronchetti Provera è azionista dell’Inter, oltre a esserne sponsor con Pirelli. Soprattutto c’è Carlo Buora, vicepresidente operativo di Telecom e vicepresidente dell’Inter; e in Telecom era stato messo da Tronchetti Provera a supervisionare «la prevenzione e la gestione delle eventuali crisi collegate ai rischi di terrorismo internazionale» di cui si occupava Tavaroli.

E’ stupefacente come le cose si sovrappongano in modo suggestivo, e da lustri. Negli anni Novanta Rossi si era applicato alla privatizzazione di Telecom. Quando i capitani coraggiosi guidati da Roberto Colaninno progettarono l’Opa sulla società telefonica, l’amministratore delegato Franco Bernabé - pupillo di Rossi dai tempi della ristrutturazione dell’Eni successiva allo sfascio provocato da Mani pulite - pensò di ostacolarla accorpando Telecom e Tim, e alzando così il prezzo fino a una quota irraggiungibile per Colaninno. Bernabé fallì perché Bankitalia di Antonio Fazio e il Tesoro con Mario Draghi (oggi erede di Fazio in via Nazionale) non si presentarono all’assemblea che avrebbe dovuto varare la fusione. Fusione che sarebbe poi riuscita, anni dopo, proprio a Tronchetti e prima che l’idea di riseparare le società non lo facesse cadere, di nuovo a beneficio di Rossi. E’ un vortice. Insieme col vincente Colaninno c’era Gnutti, e in seguito si aggiunse Giovanni Consorte con la Unipol, la compagnia assicuratrice della Lega delle Cooperative. Il grande sostenitore era Massimo D’Alema, allora presidente del Consiglio, e autore della lettera con cui convinse Draghi a disertare l’assemblea, in nome dell’indipendenza dell’imprenditoria dalla politica. Una lettera ora paragonata da Giulio Tremonti a quella spedita da Angelo Rovati, ex assistente di Romano Prodi, a Tronchetti Provera. Gnutti e Consorte, e poi Della Valle, Fiorani e Brancher, fra bacetti in fronte al governatore Fazio ed eccitamenti via cavo del premier Silvio Berlusconi, sono stati i primi attori dell’estate 2005, quella delle scalate bancarie e delle fregole sul «Corriere della Sera», nel cui patto di sindacato c’è il solito Tronchetti Provera, e tutta l’imprenditoria chic italiana, compresi Geronzi, i Benetton e Carlo De Benedetti, inseriti nella lista degli spiati da Tavaroli, che rispondeva a Buori, che rispondeva a Tronchetti.

Tutti spiati. Spiata, pare, Marina Berlusconi, il cui padre Silvio è indicato fra i pretendenti a Telecom, proprio come De Benedetti. Spiato Brancher, forse perché sodale di Fiorani, forse perché sodale fedelissimo di Berlusconi dalla volta in cui, nel terribile 1993, recluso per tre mesi a San Vittore, non aprì bocca guadagnandosi il titolo di «Greganti del Biscione». Spiato Della Valle, forse in quanto presidente onorario e condannato della Fiorentina, forse in quanto nemico numero uno di Stefano Ricucci, rastrellatore di quote Rcs in una passata e ruggente stagione.

Spiato Franco Carraro, forse per il suo ruolo in Calciopoli che l’ha portato a dimettersi dalla Federcalcio. O forse per il suo ruolo di presidente nella banca d’affari della Capitalia di Geronzi. E cioè la Capitalia che attraverso gli olandesi di Abn Amro (che per consulente avevano Rossi) si è presa Antonveneta dopo il bluff e l’arresto di Fiorani, numero uno della Popolare di Lodi. Fiorani venne incarcerato nell’ambito dell’inchiesta sui furbetti del quartierino, nata anche su stimolo di Rossi. L’esposto da cui partì l’indagine della procura di Milano era stato pensato in una riunione nello studio di Rossi con un advisor di Abn Amro e un dirigente della Popolare di Lodi ostile a Fiorani. Ed era alla banca di Fiorani che D’Alema pagava il muto della barca, il medesimo D’Alema accusato da Rossi di essere stato il capofila della merchant bank di Palazzo Chigi («l’unica in cui non si parla inglese»), e si potrebbe ricominciare da capo, in un interminabile ritorno al futuro.


fonte la stampa 23/9
Ultima modifica di Aragorn su 24 set 2006, 12:28, modificato 1 volte in totale.


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Messaggiodi Aragorn il 24 set 2006, 12:27

Lo scandalo intercettazioni si incrocia con calciopoli. Massimo De Santis, l'arbitro condannato per la bufera che ha investito il mondo del pallone, si dice 'schifato' per essere stato pedinato, intercettato e controllato nell'ambito della cosiddetta 'Operazione ladroni', uno dei dossier venuti alla luce nell'inchiesta sulle intercettazioni Telecom: e tira in ballo il patron dell'Inter Massimo Moratti.

''Inizialmente - ha detto De Santis al Tg5 - quando abbiamo saputo di questa operazione messa in atto da Moratti - perche' dalle parole di Moratti abbiamo saputo questo, e quindi di conseguenza da Pirelli e da questo investigatore Cipriani - siamo rimasti veramente schifati da questa situazione. Uso un termine un po' forte pero' devo dire che oggi, a fronte di quello che sto pagando, professandomi sempre innocente, tutto questo mi ha procurato veramente un senso di ribrezzo. Soprattutto perche' - aggiunge l'arbitro - tutto questo avveniva da parte di persone che in tutto questo frangente si sono sempre proclamate innocenti ed estranee a qualsiasi cosa proprio perche' non figuravano nelle intercettazioni telefoniche''.

Ma perche' la seguivano?, gli e' stato chiesto. ''A questo punto - risponde De Santis - vorrei chiedermelo anche io, pero' l'unica cosa che posso pensare e' un ricatto. Penso di parlare anche a nome di tutti gli italiani, che si sentono spiati nella loro privacy, nella loro quotidianita', nella vita di tutti i giorni, soprattutto da persone che poi, abbiamo visto, volevano cambiare il volto del Paese. A questo punto io penso che forse l'unica cosa e' che l'Inter faccia un campionato da sola, giochi da sola, almeno vincera' tutte le partite senza che nessun arbitro la possa danneggiare. Io penso che le partite vanno vinte sul campo''.


fonte: il resto del carlino 24/9


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Messaggiodi nemesys_72 il 24 set 2006, 14:05

vedremo come andrà a finire sta storia..
:evil:
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Messaggiodi CIROSAT il 24 set 2006, 20:12

E già...... sono proprio curioso....... :evil:
Ciao Daniele!
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Messaggiodi Ciry il 24 set 2006, 21:16

Già, vediamo un pò, l'importante è che della questione ne esca chiarezza e si paghino eventuali responsabilità, nel bene e nel male... :roll:
CIAO Dany... :cry:
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Messaggiodi Sempronio il 25 set 2006, 00:56

Già, vediamo un pò, l'importante è che della questione ne esca chiarezza e si paghino eventuali responsabilità, nel bene e nel male...


non ci spererei troppo....hanno fatto la solita giustizietta all'italiana e sono ancora quasi tutti ai loro posti. Finisce come tangentopoli: pagano in pochi per colpe che erano di tutti. Troppi soldi in gioco perchè ci sia interesse ad una vera "rifondazione". Magari fra una quindicina d'anni riabilitano pure Moggi come si è fatto con Craxi :lol: :lol: :lol:
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Messaggiodi Aragorn il 25 set 2006, 01:05

Sempronio ha scritto:
Già, vediamo un pò, l'importante è che della questione ne esca chiarezza e si paghino eventuali responsabilità, nel bene e nel male...


non ci spererei troppo....hanno fatto la solita giustizietta all'italiana e sono ancora quasi tutti ai loro posti. Finisce come tangentopoli: pagano in pochi per colpe che erano di tutti. Troppi soldi in gioco perchè ci sia interesse ad una vera "rifondazione". Magari fra una quindicina d'anni riabilitano pure Moggi come si è fatto con Craxi :lol: :lol: :lol:


un punto in comune con tangentopoli c'è e mi sembra che il paragone è stato azzeccatissimo

cmq si è persa 1 occasione d'oro per pulire il calcio italiano da tutto il marciume ampiamente diffuso in ogni dove


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Messaggiodi Aragorn il 25 set 2006, 15:50

Ehi, voi del giornale rosa che si trova sui banconi dei bar dello sport Non eravate i moralisti in capo contro il calcio marcio e gli autonominati indefessi accusatori delle lobby e dei conflitti di interessi? Volete un aiutino? Eccolo: gli indossatori di scudetti altrui, i cui proprietari (Moratti, Tronchetti) e massimi dirigenti (Buora) sono proprietari (Tronchetti), massimi dirigenti (Buora) e membri del Cda (Moratti) della Telecom, hanno pagato con bonifico estero la società di investigazione privata che intercetteva illegalmente mezza Italia e che, secondo i magistrati e i testimoni, usufruiva di solide entrature in Telecom. Le inchieste commissionate dagli indossatori di scudetti altrui riguardavano pedinamenti e intercettazioni illegali su un arbitro e una serie di calciatori. Si noti, solo per inciso, che Guido Rossi è stato consulente di Moratti, membro del Cda della squadra, assegnatore dello scudetto a tavolino per un campionato non oggetto di indagini e ora presidente di Telecom, chiamato da Tronchetti Provera e ratificato dal cda ove siede anche Moratti. (Tronchetti, poi, ha un ruolo di primissimo piano nell'assetto di controllo del vostro giornale, ma questo lo sapete bene). Berlusconi e Galliani, al confronto, sembrano frati trappisti. Tra l'altro: il bonifico effettuato dagli indossatori e trovato nei conti esteri della società di investigazione oggi nei guai è a bilancio ufficiale della società sportiva o no? I giornali, poi, parlano di segnalazioni dentro la Telecom per evitare che alcuni telefonini fossero intercettati dalla magistratura o, perlomeno, per avvertire in tempo. La Juve è andata in B perché Moggi si serviva, legalmente, di schede sim straniere. Paolo Bergamo chiede da settimane dove siano finite le intercettazioni delle sue telefonate con i dirigenti delle altre squadre. Verdelli e Cannavò, che fate, dormite?

24 settembre Christian Rocca dal Foglio.


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Messaggiodi Sempronio il 25 set 2006, 15:59

Paolo Bergamo chiede da settimane dove siano finite le intercettazioni delle sue telefonate con i dirigenti delle altre squadre. Verdelli e Cannavò, che fate, dormite?


c'è anche chi se lo chiede da mesi....

Berlusconi e Galliani, al confronto, sembrano frati trappisti.

Se fanno anche la birra magari esce pure qualcosa di buono..... :lol: :lol: :lol:
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Messaggiodi Aragorn il 26 set 2006, 12:22

MILANO. «Ho appuntamento domattina (oggi per chi legge, ndr) con il ministro Giovanna Melandri. Se ritiro le mie dimissioni? Deciderò domani, sono abbastanza perplesso». Sarà la pioggia su una Milano già autunnale, saranno certi suoi problemi personali ai quali solo allude, sarà che a una certa età e con una certa esperienza sul campo è difficile farsi ancora illusioni sul trionfo della legalità, sarà anche un'evidente nostalgia per il suo passato in toga sta di fatto che Francesco Saverio Borrelli, ieri ancora a Milano, non sembrava intimamente convinto di voler continuare il suo impegno come Capo ufficio indagini della Federcalcio. Solo 4 mesi. Era una calda giornata di fine maggio quando l'ex Procuratore Generale di Milano, chiamato dal commissario Guido Rossi a investigare su Calciopoli confessò a La Stampa di non essere un tifoso del pallone. «Non ho nessun interesse in genere o, perlomeno, lo ho molto scarso per il mondo del calcio», ribadisce. Ma, questa volta, pour cause.

Dottor Borrelli, ma allora dopo le dimissioni di Rossi e dei vice, Nicoletti e Gamberale, anche lei lascia?
Le ripeto che sono abbastanza perplesso perché non vorrei che il mio nome servisse a coprire un’operazione di restaurazione. A prescindere da questo e dal mio disinteresse per quel mondo anche questo andare e venire da Roma è un problema. Comunque domattina, alle 11, vedrò la Melandri, poi passerò a salutare il nuovo commissario, Pancalli.

L’avvocato Pancalli, il presidente del comitato italiano parolimpico che ha preso il posto di Rossi. Un uomo coraggioso, lo conosce?
No, non l’ho mai visto. Mi hanno detto che è persona molto perbene. Si tratta di vedere cosa avrà la possibilità di fare.

Perché parla di possibile restaurazione?
«Se tutto rimane come prima anche dal punto di vista organizzativo, dal punto di vista delle strutture in cui si articola la Federcalcio. Probabilmente questo corrisponde a interessi costituiti. Ci sono varie cose che vanno modificate, ne ho parlato anche in Parlamento la settimana scorsa, nell’audizione alla Commissione cultura e sport. Molte cose vanno modificate, prima di tutto la distribuzione dei diritti televisivi... »

Ma scusi, Borrelli, il professor Rossi non è stato cacciato! O il neo-presidente di Telecom pensava davvero di poter mantenere due simili incarichi?
«Sembrerebbe di sì. Non so come siano andate le cose, mi pare che la lettera con la quale Rossi ha dato le dimissioni alludesse a una qualche resistenza che aveva trovato all'interno del mondo del calcio. Ma non so, su questo punto le opinioni divergono. In questi mesi non ho incontrato molte volte i vertici della Federazione, tengo a riconoscere a Rossi e ai suoi vice di aver agito con molta correttezza».

Non ha pensato che dimettersi significa depotenziare l'ufficio indagini proprio ora che, con l’inchiesta su Telecom e la scoperta di un dossier sull’arbitro De Santis, si potrebbe aprire un nuovo capitolo di Calciopoli? De Santis accusa l’Inter.
«L'ufficio indagini non ha molte possibilità investigative, quando bene si acquisiscono i documenti interni alla Federazione e si sentono gli interessati poi, più di tanto non può fare. D’altra parte è una giustizia privata: non si può pretendere che abbia poteri coercitivi o che operi sequestri o, men che meno, che disponga intercettazioni telefoniche. Per le cose più importanti che hanno anche rilievo penale siamo quindi alla mercè dell’autorità giudiziaria. Infatti, l’indagine che è sboccata nei recentissimi processi nasce dalle intercettazioni disposte dai pm di Napoli».

Insomma, spetta ai pm milanesi dell’inchiesta Telecom, Fabio Napoleone, Stefano Civari e Nicola Piacente di trasmettervi gli atti? Li conosce?
«Napoleone è molto bravo, molto serio, molto riservato. Gli altri due colleghi non li conosco: sono arrivati da poco. L’inchiesta Telecom? Sì, c’è una legge che prevede - sia pure limitatamente al reato di cosiddetto illecito sportivo, cioè la frode sportiva - la possibilità per l’autorità giudiziaria di trasmettere gli atti all’autorità calcistica».

Poniamo che un presidente o un azionista di maggioranza di una squadra, è questo che alcuni sospettano, abbiano fatto spiare un arbitro: sarebbe un caso di frode sportiva?
«Certamente sì».


Intercettazioni sbattute sui giornali, intercettazioni illegali. I magistrati da anni sono accusati per le fughe di notizie sulle indagini. L’inchiesta Telecom sembrerebbe però dimostrare che certe fughe erano a monte. Qual è il suo parere?
«È molto probabile che avvenissero a monte, ma è difficile dirlo e sarebbe poco elegante da parte dei magistrati scaricare le responsabilità su altri corpi. È pur vero che la nostra sensazione da magistrati - fors’anche perché non amiamo supporre anomalie nei comportamenti dei nostri colleghi - è che la fuga fosse a monte. Esempio: quando L’Espresso ha pubblicato quei due volumi relativi alle indagini sul calcio, è stata una cosa grossolana non attribuibile ai magistrati che investigavano sul calcio. Anzi. Loro si sono trovati in imbarazzo e sono stati costretti a precipitare le loro conclusioni».

Ha saputo? I due ufficiali dei carabinieri protagonisti di quell’indagine, il maggiore Auricchio e il tenente Arcangioli sono stati trasferiti. Cosa è successo?
«Non so se ci siano e quali siano le ragioni. Certamente la perdita di Auricchio come sostegno investigativo credo che sia sofferta dai colleghi di Napoli come una perdita abbastanza grave».

Forte della sua lunga esperienza in magistratura, soprattutto in quella inquirente, come giudica il decreto del governo Prodi sulle intercettazioni?
«La mia sensazione è che come sempre quando i provvedimenti nascono sull’onda emotiva si rischia di esagerare. Sono abbastanza d’accordo con quello che dicono alcuni colleghi: la distruzione immediata dei nastri delle intercettazioni abusive potrebbe confliggere con le esigenze investigative. Armando Spataro giustamente suggerisce di custodire, con la massima segretezza e vincoli di tempo, queste intercettazioni abusive in un archivio segreto speciale della Procura. Il disegno di legge in gestazione sulle intercettazioni? Non è male, a parte l’assurdità d’affidare il compito delle intercettazioni a uffici costituiti presso le Corti d’Appello. Mi sembra abbastanza insensato: tra le utilità fondamentali delle intercettazioni è la possibilità di cogliere la realtà nel suo farsi in tempo reale e consentire, se necessario, interventi immediati di polizia. Scindere la fase dell’intercettazione da quella della trascrizione e attribuire solo questa seconda fase alla polizia delegata per le indagini oltre a far perdere un’enormità di tempo significa anche rischiare di perdere la più rilevante tra le possibilità d’utilizzo delle intercettazioni».


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Messaggiodi nemesys_72 il 26 set 2006, 12:37

ieri per il tg han detto che l'inter non rischia niente, mentre rischia al max un deferimento il presidente della squadra..
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Messaggiodi Aragorn il 26 set 2006, 12:40

nemesys_72 ha scritto:ieri per il tg han detto che l'inter non rischia niente, mentre rischia al max un deferimento il presidente della squadra..


vedremo i vi ricorco che l'inter verrà deferita per l'art 1
lo stesso x cui alla fine la juve è in b a -17


ps se il capo dell'ufficio indagini parla di frode sportiva è cmq l'articolo 6 col quale la retrocessione è scontata


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Messaggiodi Aragorn il 26 set 2006, 16:13

Solo il 22 settembre rialsciava alla stampa un'intervista che rafforzava un'altra intervista rilasciata a fine agosto al magazine del corriere, nelle quali ammetteva di aver pedinato e fatto intercettare de santis.

Questo un estratto mai smentito

. Moratti però non pensa che nello scandalo possa venire tirata dentro l'Inter, anche se la società nerazzurra fece pedinare l'arbitro De Santis: “E' ormai un episodio di dominio pubblico. Un tizio si offrì di farlo. Era in contatto con persone del ministero presso il quale aveva lavorato De Santis. Potevano offrirci delle informazioni. Risultato: zero su tutta la linea. Comunque c'è un'inchiesta in corso, meglio attendere le conclusioni”.

Oggi il colpo di scena sentendo l'aria pesante e le voci che si susseguono da più parti il nostro ha pensato bene di prendere per il c**o il popolo italiano dicendo scusate mi sono sbagliato non sapevo che dire.... :huh:

il patron dell'Inter, Massimo Moratti, respinge le affermazioni dell'ex arbitro De Santis e dice di non aver mai fatto pedinare qualcuno. 'Non sono per niente preoccupato e confermo il fatto che mai nessun mandato e' stato dato per seguire qualcuno', dice. Non averlo fatto 'quasi ci dispiace - aggiunge - perche', vedendo la reazione di tutto un certo mondo condannato e di tutti quelli che gli stanno intorno, se fossimo andati a fondo allora forse due anni fa avremmo risolto il problema'.

qualcosa nn torna....


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Messaggiodi Zeppelin il 26 set 2006, 21:33

Scudetto a noi!! :P
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Messaggiodi CIROSAT il 26 set 2006, 22:25

Zeppelin ha scritto:Scudetto a noi!! :P


Seeee, domani! :lol:

Non lo mollano mica, dopo un DIGIUNO così lungo!!!!!! :twisted: :twisted: :twisted:
Ciao Daniele!
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