Di Luca vince la milano - torino

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Di Luca vince la milano - torino

Messaggiodi Aragorn il 10 mar 2007, 19:46

TORINO, 10 marzo 2007 - Aveva fretta di vincere, Danilo Di Luca. Quella fretta di chi si è messo alle spalle un 2006 andato nella direzione opposta di sogni e speranze, salvato solo in extremis da una vittoria di tappa alla Vuelta e da un buon Mondiale. Così, quando il 31enne abruzzese della Liquigas si è trovato da solo con il colombiano Soler sul Colle di Superga, tradizionale punto chiave della 92esima Milano-Torino, è stato fin troppo facile azzardare il pronostico finale per la 92esima edizione della corsa Gazzetta, la decana delle gare italiane (prima edizione 1876).
Non che sia stato facile. Perché tutti i 153 al via sono andati forte, nelle quattro ore passate in pianura dopo la partenza delle 11.15 sotto il sole di Novate Milanese (media 43,9), tanto che nessuna fuga è riuscita a prendere più di 45" di vantaggio. Poi il Superga: al tentativo di Riccò il re del ProTour 2005 ha risposto subito, imitato poi da Mazzanti, Bertagnolli, Arreitunandia, Gasperoni, Noè, Gerdemann e Soler. E’ stato proprio quest’ultimo ad attaccare in cima, restando solo con Di Luca.
"In salita mi sono proprio piaciuto - ha detto il vincitore -. In discesa meno, due o tre curve le ho sbagliate...". E’ comunque rimasto in sella, cosa che non è riuscita a Paolo Bettini: l’iridato, al rientro dopo il Giro di California, non è stato con i migliori in salita ma in discesa ha tenuto fede alle promesse d’attacco della vigilia. Una scivolata tuttavia ha frustrato il suo tentativo: al traguardo è arrivato con escoriazioni a mano e ginocchio sinistro.
Di Luca, intanto, aveva avuto facilmente ragione di Soler allo sprint, mentre il lussemburghese Kirchen ha regolato i primi inseguitori: "Sono andato più forte di quanto mi aspettassi - conclude il vincitore -. Ora sotto con Tirreno e Sanremo. Ma il nostro uomo per quelle corse è Pozzato. Aspettatemi nella settimana delle Ardenne. E al Giro".


«Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,

le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'è senza corona.»

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