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Il giornale di Belpietro prende una dichiarazione di un consigliere Rai, la rivolta e gli fa dire il contrario di quello che ha detto.

“Spetta solo a Santoro decidere i contenuti e i collaboratori della trasmissione. Annozero? Saranno cazzi di chi non lo manda in onda”. Parole e musica del consigliere di amministrazione Rai Nino Rizzo Nervo a KlausCondicio ieri, parole che sembrano inequivocabili e dipingono un consigliere che la trasmissione la vuole, e sta contro il “temporeggiatore” Mauro Masi, d.g. di viale Mazzini in odor di santità. E invece no. Per Libero il tutto vuol dire l’esatto contrario, ovvero che è Santoro a non volere Travaglio e Vauro.

DIXIT LIBERO – In un articolo a firma Enrico Paoli le parole di Rizzo Nervo vengono parodiate così: “Un bel “calcione”negli stinchi dato a quanti, da mesi, vanno sostenendo che sarebbe la Rai a boicottare i due ospiti fissi di Santoro, e non lo stesso conduttore, da sempre maldiposto con chi gli fa ombra”. E poi il quotidiano di Belpietro continua a capire fischi per fiaschi nella frase successiva: “Per quanto riguarda la messa in onda o no di Annozero, Rizzo Nervo, compie un doppio salto mortale, sfidando Masi e offrendogli, al contempo, una via d’uscita: «Saranno c…. per chi non lo manderà in onda», dice il consigliere Rai, «per questo chiedo il voto del Cda affinchè ognuno si assuma la responsabilità individualmente. Credo che si stia sottovalutando la vicenda di AnnoZero. Una trasmissione che porta pubblicità e ascolti a una Rai con un bilancio non esaltante»”.

CI MANCAVA IL COMPLOTTO - Insomma, Rizzo Nervo sembra proprio dire l’esatto contrario di quello che Belpietro e Libero vogliono fargli dire, anche quando rivendica l’assoluta autonomia di consigliere dai “desiderata” del PD, una posizione che qualcun altro, segnalato da altri partiti, si sogna di poter avere.

Eppure evidentemente, parlare chiaro per qualcuno non è mai abbastanza.

http://www.giornalettismo.com/archives/ ... a-santoro/

Anche senza entrare nel caso specifico, quella di Libero e de Il Giornale è una tattica narrativa ben precisa, utilizzata su diverse notizie e in vari ambiti. Dare alle notizie un senso che in realtà non hanno, utilizzando la retorica dell'"effetto indignazione" nei titoli e nei pezzi, adattando frasi e fatti (tendenza in atto da tempo nel giornalismo) alle direttive editoriali anche quando i fatti stessi, se riportati alla lettera, vanno nella direzione opposta. E non importa se il giorno dopo la notizia "deviata" viene smascherata: ormai il messaggio iniziale è passato e ha raggiunto il pubblico di riferimento del quotidiano (e in parte una certa linea di "elettorato"). Spesso non ci sono correzioni o smentite alla notizia nei giorni successivi. E anche quando ci sono, vengono relegate in in posizioni non prioritarie gerarchicamente, e soprattutto non hanno lo stesso effetto sul lettore medio rispetto alla notizia iniziale: c'è una decadenza dell'effetto "attenzione" scientificamente provata. Provare per credere: nell'arco di una settimana questo meccanismo si attiva abbastanza spesso, coinvolge anche le modalità di presentazione della notizia e l'uso di un linguaggio drastico, irrisorio e, a volte, ai limiti dell'offesa.
Sono scelte strategiche adottate consapevolmente. E, a quanto pare, spesso ripagano.

il caso boffo insegna, titoli a otto colonne in prima pagina e poi feltri che ritratta nella posta del direttore. oppure il caso emergency.
incredibile che siano contro le intercettazioni sui giornali presentando a favore della loro tesi i noti argomenti, quando per primi poi si rendono protagonisti di accuse totalmente infondate spiaccicate in prima pagina.

diego se avessi preso la briga di leggere solo un editoriale di feltri scopriresti che è contro la famosa legge bavaglio... evidentemente o nn hai tempo o quello che leggi ti racconta quello che crede.

per il caso travaglio... gossip puro e onestamente nn vedo x' buttare via carta per scrivere quella spazzatura

feltri è contro, ma belpietro è a favore, eccome...

belpietro nn lo leggo quindi nn saprei dirti