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http://www.repubblica.it/esteri/2010/09/10/news/rogo_corano_il_pastore_rinuncia_e_ci_ripensa-6925144/?ref=HREA-1

http://www.corriere.it/esteri/10_settembre_10/reverendo-jones-corano_a2321386-bc9e-11df-bb9d-00144f02aabe.shtml

Un pastore protestante negli Usa propone il rogo del testo sacro dell'Islam, nel giorno della commemorazione dell'attentato dell'11 settembre. Condanna da Obama e da altri esponenti politici e religiosi. Rischio di attentati in tutto il mondo lanciato dalle autorità militari statunitensi, se il gesto dovesse compiersi. Il pastore Jones prima ci ripensa, poi dice: andiamo avanti con il rogo del Corano.

ieri ho sentito per radio che è pronto a non farlo se obama glielo chiede

cmq bruttissimo gesto di intolleranza in ogni caso

E' un problema di proporzioni enormi: se Obama gli chiederà di non bruciarlo si metterà ancora più contro i Tea Party, se gli chiederà di bruciarlo avrà contro gli estremisti di tutto il mondo...
Questo è l'ennesimo sgambetto tramato a Obama per le prossime elezioni di novembre

Non ce lo vedo il presidente degli Usa a dire: "Ti prego, pastore Jones, per cortesia non bruciare il Corano". Oltre ad essere un trappolone politico, è anche un discorso che non sta in piedi, visto che già tutti, dalla Casa Bianca al Pentagono, hanno condannato un gesto simile e non penso ci sia altro da dire. Eppure ci sono alcuni esponenti repubblicani che ancora cavalcano questa vicenda...
Pretende anche di avanzare richieste ed ultimatum contro la famosa costruzione della moschea a Ny. Se veramente organizza il rogo del Korano (come ha scritto lui stesso, in un modo sinistramente da Ku Klux Klan), espone soldati e civili americani a ritorsioni. Anzi, già ora lo sta facendo. Siamo al limite dell'attentato alla sicurezza nazionale.

ci sono tutti i presupposti per arrestarlo per tentato terrorismo.
in ogni caso, buona parte della colpa c è l hanno anche i giornalisti sempre pronti a cavalcare e a dare importanza a idioti del genere.

la libertà di stampa, consiste soprattutto nella libertà di non stampare niente.
lo diceva ieri il direttore del new york times a radio popolare.